Eucarestia, vertice dei Sacramenti, perché si chiama così?
21 Gennaio 2024 By Enrico Cannoletta

Eucarestia, vertice dei Sacramenti, perché si chiama così?

Un termine greco che riflette un’usanza ebraica antica

L’Eucarestia non è un’usanza o una forma inventata da Vescovi o Papi, ma un insegnamento che ha le sue profonde radici in diversi passi della Bibbia.

Il termine originale greco è ευχαριστία (= eucarestia) e deriva da «eukharistós» che significa letteralmente «ringraziamento», «rendere grazie». È una parola composta da «eu» (= bene) e dal verbo «kharizesthai», ovvero «mostrare favore». «kharis» infatti, significa «grazia», «favore», da cui deriva la parola italiana «carità».

Come questo termine si lega dunque al Sacramento che noi chiamiamo correntemente «Comunione»?

Il rendere grazie a Dio era un’usanza che gli ebrei praticavano soprattutto durante il pasto, momento in cui venivano proclamate le opere di Dio, come la creazione, la redenzione e la santificazione.

Viene dunque automatico legare il tutto all’Ultima Cena di Gesù con gli apostoli prima della Passione. In quella circostanza, come sappiamo venne istituita l’Eucarestia.

Nel Vangelo secondo Matteo, quello in cui i significati ebraici sono più evidenti, possiamo leggere: «Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo». Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati».

Gesù dunque, anche durante l’istituzione del più alto dei Sacramenti, quello in cui stabilisce un contatto strettissimo con l’uomo, non abolisce l’usanza ebraica, ma la porta al suo compimento. Il ringraziamento assume la sua forma più alta in Dio che nella sostanza non è Lui a entrare in noi, ma che permette a noi di entrare in Lui.

Il corpo vero di Gesù, nella stessa carne che fu crocifissa ed è risorta, si presenta a noi in una forma solo apparente di pane. E il Sacerdote ce la mostra anche spezzata, segno di Comunione e di Passione.

Ricordiamo dunque che nell’adorare l’Ostia Divina possiamo umilmente anche guardarla, perché è l’unico ed esclusivo modo in cui i nostri occhi possono vedere Dio in questa vita.