La misericordia di Dio è gioia
Rallegrarsi per una conversione indica la misura della nostra fede
«Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione».
(Dalla liturgia)
Il brano riporta due delle tre cosiddette «parabole della misericordia» (la terza è quella del Figliol Prodigo), nelle quali si mostra la misericordia di Dio verso chi si è allontanato da Lui. Possiamo riflettere su un altro aspetto di queste parabole: «vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione». Questa frase ci fa capire che convertirsi è importante.
Quando una persona si converte alla vera fede, comincia a credere seriamente all’insegnamento del Signore, cerca, con tutte le difficoltà del caso, di vivere come piace a Lui, genera grande gioia in Paradiso. Questo perché credere nella verità e vivere come piace a Dio oppure non farlo non è la stessa cosa agli occhi di Dio.
Credere il Lui o non credervi non è la stessa cosa. Cercare (con l’aiuto del Signore) di vivere in grazia di Dio o accettare di vivere abitualmente nel peccato, agli occhi del Signore non è la stessa cosa.
Se vivere seguendo l’insegnamento del Vangelo o non farlo fosse uguale agli occhi di Dio, non vi sarebbe tanta gioia per la conversione di un peccatore.